| parte I | parte II | parte III | parte IV | parte V | parte VI |
| parte VII | parte VIII | parte IX a | parte IX b | parte IX c |
parte X | parte XI |


ALLEVAMENTO GRANCHI E GAMBERI DI FIUME

Una delle principali preoccupazioni dei proprietari dell’azienda agraria è il rispetto per tutto quello che la natura è capace di produrre e lo sforzo di conservare ancora intatti alcuni aspetti di essa che fino a non molto tempo fa non sembravano destare preoccupazione ,per il solito atteggiamento di disinteresse o meglio di disattenzione, a volte anche voluta, che ha caratterizzato per molto tempo il nostro approccio nei confronti della natura stessa. Cose che anni addietro erano componenti acquisite del paesaggio, ingredienti indispensabili all’equilibrio generale dell’ambiente, oggi per l’indiscriminato sfruttamento da parte di persone senza scrupoli sembrano essere al limite delle risorse, quando non addirittura del tutto scomparse. E’ questo il caso di alcuni appartenenti al mondo animale, che per le loro ridotte dimensioni, inversamente proporzionali al loro grande sapore , hanno conosciuto anni di scriteriato saccheggio e distruzione, come il granchio ed il gambero di fiume. Oggi solamente una minoranza di persone ha il privilegio di conoscere “ fisicamente” esemplari di queste specie, anche perché il gambero di fiume è il simbolo dell’acqua pura, dell’acqua limpida che oggigiorno è sempre più difficile trovare a causa dell’elevato grado di inquinamento. In quanto vittime, sia il gambero che il granchio di fiume partecipano alla lotta contro l’inquinamento delle acque e l’inquinamento dell’aria. Come il salmone essi sono il simbolo del disinquinamento delle acque intese come ambiente naturale. E’in questa ottica che l’azienda si propone di dare il suo piccolo contributo al salvataggio di specie endemiche da sempre in stretto rapporto con le attività umane. Il gambero d’acqua dolce ( Austropotamobius pallipes pallipes Lereb ) è un animale molto antico la cui cattura, più agevole di quella dei pesci, agli albori della vita dell’uomo ha costituito, come attività di raccolta, una fonte di cibo spesso vitale per alcuni gruppi di uomini preistorici. Questa specie vive nelle acque limpide e fresche a corrente rapida, con fondo di grosse pietre, di ghiaia, di sabbia, fiancheggiato o coperto da una lettiera di foglie morte, di ramaglia e con argini più o meno ricchi di alberi e arbusti le cui radici formano un intreccio che serve da riparo.

 

Austropotamobius pallipes, Gambero dai piedi bianchi
 
Questa specie vive nelle acque limpide e fresche a corrente rapida, con fondo di grosse pietre, di ghiaia, di sabbia, fiancheggiato o coperto da una lettiera di foglie morte, di ramaglia e con argini più o meno ricchi di alberi e arbusti le cui radici formano un intreccio che serve da riparo. Strettamente dipendente dall’ambiente ora descritto, migra o scompare quando il biotipo si modifica; la pulizia dei corsi d’acqua, il riassestamento e le opere di difesa delle rive gli sono nocivi. E’ anche particolarmente sensibile ai microinquinanti, ai pesticidi, agli erbicidi e ai metalli pesanti. Gli agenti inquinanti rappresentano probabilmente la principale causa dello squilibrio che si è potuto constatare, da una trentina d’anni, fra le popolazioni di gamberi. La loro azione si svolge spesso in modo insidioso e indiretto colpendo certi meccanismi fisiologici, indebolendo gli individui, favorendo la diffusione di malattie crittogamiche. Si tratta per lo più di microinquinanti atmosferici e del suolo trascinati e trasportati nell’ambiente acquatico che possono agire anche in aree generalmente considerate non inquinate. Simile a quella del gambero di fiume se non ancor più negativa è la situazione per quanto riguarda il granchio di fiume (Potamon fluviatilis fluviatilis) che vive in tane scavate sugli argini di laghi o fiumi in zone con acque calme o poco correnti. Poiché l’allevamento di questi crostacei si pratica nell’ambiente acquatico, si potrebbe pensare - a torto - che le condizioni ambientali adatte alla piscicoltura siano pure favorevoli alla astacicoltura. Ma questi animali sono molto diversi dai pesci. Si tratta di crostacei la cui morfologia esterna e interna, la fisiologia, il comportamento si differenziano molto da quello dei pesci e implicano, per l’allevatore, delle attitudini, dei metodi, delle tecniche e delle pratiche diversi per moltissimi aspetti. Le esigenze specifiche riguardano soprattutto le caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua e la natura dell’ambiente in cui essa è presente e che la circonda ( fondali, argini, rive, ecc.). Come già detto, la finalità dell’allevamento è quella del ripopolamento in quanto i gamberi originari stanno scomparendo dall’ambiente acquatico, con l’obiettivo di superare, per numero di soggetti, la soglia limite al di sotto della quale è poco verosimile una acclimatazione. L’allevamento dei gamberi da ripopolamento comporta spese di impianto meno gravose di una astacicoltura per il consumo alimentare; anche se pone problemi relativi alla costanza della richiesta che comporterebbero la conoscenza dei piani di ripopolamento stabiliti dagli organismi pubblici che gestiscono il patrimonio idrogeografico. In base alle più recenti caratteristiche degli allevamenti di gamberi, gli impianti si valgono di poche norme standard studiate specificamente per questo tipo di allevamento ma sono soprattutto frutto delle riflessioni, delle opportunità e dei mezzi degli imprenditori. Nel nostro caso si opta per la forma di allevamento in canali, con orientamento da est a ovest, profondità variabile da m.1 a m. 1,50 e larghezza da m.2 a m. 3,50. Un discorso totalmente diverso bisogna fare per l’allevamento di alcune specie ittiche di grande diffusione quali la trota, l’anguilla e il barbo, che si intende allevare nelle vasche appositamente realizzate nelle adiacenze del laghetto per la pesca sportiva. A tal proposito occorre specificare che l’allevamento di tali varietà è finalizzato principalmente al ripopolamento del lago stesso ai fini dell’attività sportiva, ma non è da escludere un eventuale sfruttamento delle eccedenze produttive a fini commerciali.