ALLEVAMENTO GRANCHI E GAMBERI DI FIUME
Una
delle principali preoccupazioni dei proprietari dell’azienda agraria
è il rispetto per tutto quello che la natura è capace di produrre
e lo sforzo di conservare ancora intatti alcuni aspetti di essa
che fino a non molto tempo fa non sembravano destare preoccupazione
,per il solito atteggiamento di disinteresse o meglio di disattenzione,
a volte anche voluta, che ha caratterizzato per molto tempo il
nostro approccio nei confronti della natura stessa. Cose che anni
addietro erano componenti acquisite del paesaggio, ingredienti
indispensabili all’equilibrio generale dell’ambiente, oggi per
l’indiscriminato sfruttamento da parte di persone senza scrupoli
sembrano essere al limite delle risorse, quando non addirittura
del tutto scomparse. E’ questo il caso di alcuni appartenenti
al mondo animale, che per le loro ridotte dimensioni, inversamente
proporzionali al loro grande sapore , hanno conosciuto anni di
scriteriato saccheggio e distruzione, come il granchio ed il gambero
di fiume. Oggi solamente una minoranza di persone ha il privilegio
di conoscere “ fisicamente” esemplari di queste specie, anche
perché il gambero di fiume è il simbolo dell’acqua pura, dell’acqua
limpida che oggigiorno è sempre più difficile trovare a causa
dell’elevato grado di inquinamento. In quanto vittime, sia il
gambero che il granchio di fiume partecipano alla lotta contro
l’inquinamento delle acque e l’inquinamento dell’aria. Come il
salmone essi sono il simbolo del disinquinamento delle acque intese
come ambiente naturale. E’in questa ottica che l’azienda si propone
di dare il suo piccolo contributo al salvataggio di specie endemiche
da sempre in stretto rapporto con le attività umane. Il gambero
d’acqua dolce ( Austropotamobius pallipes pallipes Lereb ) è un
animale molto antico la cui cattura, più agevole di quella dei
pesci, agli albori della vita dell’uomo ha costituito, come attività
di raccolta, una fonte di cibo spesso vitale per alcuni gruppi
di uomini preistorici. Questa specie vive nelle acque limpide
e fresche a corrente rapida, con fondo di grosse pietre, di ghiaia,
di sabbia, fiancheggiato o coperto da una lettiera di foglie morte,
di ramaglia e con argini più o meno ricchi di alberi e arbusti
le cui radici formano un intreccio che serve da riparo.
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Austropotamobius
pallipes, Gambero dai piedi bianchi
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Questa specie vive nelle acque limpide e fresche a corrente rapida,
con fondo di grosse pietre, di ghiaia, di sabbia, fiancheggiato
o coperto da una lettiera di foglie morte, di ramaglia e con argini
più o meno ricchi di alberi e arbusti le cui radici formano un intreccio
che serve da riparo. Strettamente dipendente dall’ambiente ora descritto,
migra o scompare quando il biotipo si modifica; la pulizia dei corsi
d’acqua, il riassestamento e le opere di difesa delle rive gli sono
nocivi. E’ anche particolarmente sensibile ai microinquinanti, ai
pesticidi, agli erbicidi e ai metalli pesanti. Gli agenti inquinanti
rappresentano probabilmente la principale causa dello squilibrio
che si è potuto constatare, da una trentina d’anni, fra le popolazioni
di gamberi. La loro azione si svolge spesso in modo insidioso e
indiretto colpendo certi meccanismi fisiologici, indebolendo gli
individui, favorendo la diffusione di malattie crittogamiche. Si
tratta per lo più di microinquinanti atmosferici e del suolo trascinati
e trasportati nell’ambiente acquatico che possono agire anche in
aree generalmente considerate non inquinate. Simile a quella del
gambero di fiume se non ancor più negativa è la situazione per quanto
riguarda il granchio di fiume (Potamon fluviatilis fluviatilis)
che vive in tane scavate sugli argini di laghi o fiumi in zone con
acque calme o poco correnti. Poiché l’allevamento di questi crostacei
si pratica nell’ambiente acquatico, si potrebbe pensare - a torto
- che le condizioni ambientali adatte alla piscicoltura siano pure
favorevoli alla astacicoltura. Ma questi animali sono molto diversi
dai pesci. Si tratta di crostacei la cui morfologia esterna e interna,
la fisiologia, il comportamento si differenziano molto da quello
dei pesci e implicano, per l’allevatore, delle attitudini, dei metodi,
delle tecniche e delle pratiche diversi per moltissimi aspetti.
Le esigenze specifiche riguardano soprattutto le caratteristiche
fisico-chimiche dell’acqua e la natura dell’ambiente in cui essa
è presente e che la circonda ( fondali, argini, rive, ecc.). Come
già detto, la finalità dell’allevamento è quella del ripopolamento
in quanto i gamberi originari stanno scomparendo dall’ambiente acquatico,
con l’obiettivo di superare, per numero di soggetti, la soglia limite
al di sotto della quale è poco verosimile una acclimatazione. L’allevamento
dei gamberi da ripopolamento comporta spese di impianto meno gravose
di una astacicoltura per il consumo alimentare; anche se pone problemi
relativi alla costanza della richiesta che comporterebbero la conoscenza
dei piani di ripopolamento stabiliti dagli organismi pubblici che
gestiscono il patrimonio idrogeografico. In base alle più recenti
caratteristiche degli allevamenti di gamberi, gli impianti si valgono
di poche norme standard studiate specificamente per questo tipo
di allevamento ma sono soprattutto frutto delle riflessioni, delle
opportunità e dei mezzi degli imprenditori. Nel nostro caso si opta
per la forma di allevamento in canali, con orientamento da est a
ovest, profondità variabile da m.1 a m. 1,50 e larghezza da m.2
a m. 3,50. Un discorso totalmente diverso bisogna fare per l’allevamento
di alcune specie ittiche di grande diffusione quali la trota, l’anguilla
e il barbo, che si intende allevare nelle vasche appositamente realizzate
nelle adiacenze del laghetto per la pesca sportiva. A tal proposito
occorre specificare che l’allevamento di tali varietà è finalizzato
principalmente al ripopolamento del lago stesso ai fini dell’attività
sportiva, ma non è da escludere un eventuale sfruttamento delle
eccedenze produttive a fini commerciali.
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